Alla scadenza del transitorio fissato da ISO e IAF, le
certificazioni a norma BS OHSAS 18001 non sono più valide: qual è la situazione
in Italia? Diversi i risultati, ma sempre positivi, considerate anche le
difficoltà affrontate durante la pandemia.
Per i sistemi di gestione per
la salute e sicurezza sul lavoro, dal 1° ottobre sono valide
solo le certificazioni conformi alla norma internazionale UNI ISO 45001:2018.
Si è infatti concluso il periodo fissato da ISO (International Organization for
Standardization) e IAF (International Accreditation Forum) per la migrazione
dei certificati rilasciati dagli organismi accreditati in base al vecchio
standard BS OHSAS:2007.
Il termine della transizione, inizialmente fissato a
marzo 2021, è stato posticipato durante l’emergenza sanitaria. L’obiettivo
è stato tutelare le organizzazioni certificate che, a causa dei vari lockdown a
livello mondiale, hanno incontrato oggettive difficoltà a completare l’iter di
valutazione per conseguire la nuova certificazione secondo la norma UNI ISO
45001 “Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro – Requisiti e
guida per l’uso”.
Nella gestione della migrazione, infatti, ISO e IAF hanno
fatto la scelta strategica di autorizzare gli organismi e le
organizzazioni certificate a svolgere le verifiche da remoto già ad aprile 2020,
quando ancora non erano prevedibili la durata e le conseguenze della crisi
pandemica.
Giunti allo step conclusivo, è possibile guardare indietro e
capire quanta strada è stata fatta.
Le verifiche da remoto si sono dimostrate uno strumento
valido ed efficace per sopperire a quelle in presenza e hanno permesso
di ovviare alle difficoltà di dover posticipare o annullare gli audit nei
periodi di lockdown. In questo modo non solo è stato possibile completare le
verifiche per la migrazione delle certificazioni alla norma UNI ISO 45001, ma
anche garantire la continuità del processo di miglioramento dei sistemi di
gestione per la salute e sicurezza sul lavoro.
In una fase di post pandemia occorrerà d’altronde misurare
l’effettivo contributo all’efficacia dei processi di valutazione degli
audit in remoto e di quelli misti o blended, cioè svolti in
parte in presenza e in parte in remoto. Questi riguardano sia il ciclo di
certificazione nel suo complesso, che può alternare verifiche in presenza con
verifiche in remoto, sia il singolo audit, che può combinare fasi in presenza e
fasi da remoto. Il dibattito è appena iniziato a livello internazionale, ma
questo strumento ha dato forma a nuove modalità di lavoro che continueranno
anche nel post pandemia.
Lo attestano i numeri delle banche
dati Accredia delle organizzazioni certificate per i sistemi di gestione.
Già a maggio 2021, poco meno di 23mila siti aziendali, circa l’85% dei circa
27mila certificati per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro,
risultavano conformi ai requisiti della norma UNI ISO 45001.
Fra i settori produttivi, secondo la classificazione
IAF, che hanno risposto più prontamente alla migrazione, superando la
percentuale dell’85%, ci sono il comparto meccanico, quello
dell’agricoltura, dell’istruzione e delle costruzioni. Maggiori difficoltà
sono state riscontrate dalle aziende nel settore ospedaliero, in prima linea
nella lotta alla pandemia, e quello del commercio, fortemente colpito dai
frequenti lockdown.
Il tasso di migrazione è il rapporto percentuale fra
numero di siti certificati (italiani + esteri) UNI ISO 45001 e il numero dei
siti certificati (italiani + esteri) UNI ISO 45001 e BS OHSAS 18001.
Interessante è anche l’andamento della migrazione nelle diverse regioni del Paese. A maggio 2021, 13 regioni si caratterizzavano per un tasso di migrazione superiore alla media, con valori del 90% e oltre, in Piemonte, Lazio, Molise, Calabria e Valle d’Aosta. Tempi più lunghi sono stati registrati in Lombardia ed Emilia Romagna, storicamente fra le regioni con il maggior numero di siti aziendali certificati per i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il tasso di migrazione Italia è il rapporto percentuale fra numero di siti italiani certificati UNI ISO 45001 e il numero dei siti italiani certificati UNI ISO 45001 e BS OHSAS 18001.
All’appuntamento del 1° ottobre, i dati confermano quindi il
trend positivo del processo di migrazione, con la crescita, di un solo punto,
del tasso di migrazione rispetto alla percentuale di maggio 2021. Un risultato
comunque positivo: le aziende certificate, superate le difficoltà iniziali
legate all’emergenza, hanno saputo affrontare prontamente le verifiche
necessarie per la migrazione, perché dotate di un sistema di gestione
in grado di rispondere al cambiamento.
Manca ancora all’appello il 13% dei siti aziendali
La ripresa economica già tracciata inciderà senz’altro sulle scelte delle aziende, che storicamente hanno investito nella sicurezza anche attraverso l’adozione dei sistemi di gestione, uno degli strumenti più efficaci per organizzare i processi aziendali e tutelare i lavoratori.
Fonte: ACCREDIA