I contagi sul lavoro da Covid-19 segnalati all’Inail
dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 dicembre sono 191.046,
pari a un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio
2020 e al 3,1% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto
superiore di sanità (ISS) alla stessa data. Rispetto ai 185.633 contagi del
monitoraggio di fine novembre, i casi in più sono 5.413 (+2,9%), di cui 4.490
riferiti a dicembre, 613 a novembre e 60 a ottobre scorsi, mentre gli altri 250
casi sono per il 62,4% riferiti agli altri mesi del 2021 e il restante 37,6% al
2020. Il consolidamento dei dati, infatti, permette di acquisire informazioni
non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.
Nel 2021 i casi mortali in calo del 57,2% rispetto al 2020. Come
rilevato dal 23esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico
attuariale (Csa) dell’Inail, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata
delle schede di approfondimento regionali, nel 2021 i casi di contagio
denunciati all’Istituto, benché non consolidati, sono diminuiti del 71,3%
rispetto all’anno precedente, mentre il calo dei casi mortali è stato del
57,2%. Nel dettaglio, i decessi sul lavoro da nuovo Coronavirus segnalati
all’Istituto dall’inizio della pandemia sono 811, pari a un quarto degli
infortuni sul lavoro con esito mortale denunciati da gennaio 2020, con
un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da
Covid-19 comunicati dall’Iss alla stessa data. Rispetto ai 797 rilevati dal
monitoraggio mensile precedente, i casi mortali sono 14 in più, di cui solo uno
avvenuto a dicembre e i restanti 13 riconducibili ai mesi precedenti (otto
avvenuti nel 2021 e cinque nel 2020).
Più di un terzo dei decessi è concentrato nel Nord-Ovest. La netta
maggioranza dei decessi riguarda gli uomini (82,5%) e i lavoratori nelle fasce
di età 50-64 anni (71,0%), over 64 anni (18,6%) e 35-49 anni (9,8%), mentre tra
gli under 35 si registra solo lo 0,6% dei morti. I lavoratori stranieri sono il
9,6% del totale, con le comunità peruviana (15,4% dei decessi occorsi agli stranieri),
albanese (11,5%) e rumena (7,7%) ai primi tre posti. Oltre un quarto delle
morti (25,8%) è avvenuto tra il personale sanitario e socio-assistenziale. A
livello territoriale, più di un terzo dei casi mortali è concentrato nel
Nord-Ovest (36,1%), seguito da Sud (26,1%), Centro (18,1%), Nord-Est (12,9%) e
Isole (6,8%). Le province che contano più decessi da inizio pandemia sono
quelle di Napoli (8,0%), Roma (7,8%), Milano (6,5%), Bergamo (6,3%), Torino
(4,1%), Brescia (3,9%), Cremona e Genova (2,3% ciascuna), Bari, Caserta e
Palermo (2,1% ciascuna), Parma e Salerno (2,0% ciascuna).
La quota femminile è pari al 68,3%. Prendendo in considerazione
tutti i contagi sul lavoro, il rapporto tra i generi si inverte. La quota delle
lavoratrici contagiate sul totale dei casi denunciati, infatti, è pari al
68,3%. La componente femminile, in particolare, supera quella maschile in tutte
le regioni, a eccezione della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove
l’incidenza delle donne sul complesso delle infezioni di origine professionale
è pari, rispettivamente, al 49,1%, al 46,1% e al 44,4%. Il dettaglio per classe
di età mostra come il 42,3% del totale delle denunce riguardi la classe 50-64
anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (19,2%) e over 64
anni (1,9%).
L’83% di tutte le denunce è stato riconosciuto positivamente. Per
la prima volta il report della Csa riporta anche il dato delle infezioni di
origine professionale riconosciute e indennizzate dall’Inail dall’inizio della
pandemia. Al 31 dicembre 2021, l’83% di tutte le denunce è stato riconosciuto
positivamente, generando nel 96% dei casi un indennizzo. Per i decessi, invece,
la percentuale di riconoscimento si attesta provvisoriamente al 63%. Il 99%
degli indennizzi sono inabilità temporanee, con le menomazioni permanenti pari
allo 0,7% e le rendite a superstiti per casi mortali allo 0,3%. L’inabilità
temporanea riconosciuta per ogni tipo di indennizzo ha raggiunto
complessivamente quasi quattro milioni di giornate, con un numero medio di
giorni di assenza dal lavoro, compresi i tre di franchigia, pari a 30. L’assenza
media dal posto di lavoro di un infortunato da Covid-19 è dunque di un mese.
Inail_Scheda nazionale contagi
FONTE: Inail