
CHE
COS’È LA LEGIONELLOSI?
Con il termine "legionellosi" vengono indicate le forme morbose causate da batteri appartenenti al genere Legionella.
Questi furono isolati per la prima volta nel 1976 in
occasione di un’epidemia di polmoniti che si verificò a Philadelphia nel corso
di un convegno di ex combattenti dell’American Legion. Al microrganismo responsabile dei 221 casi di pneumopatie e
di 34 decessi venne dato il nome di Legionella pneumophila e la malattia da
esso causata venne denominata ‘Malattia dei Legionari’.
FORMA
PIU’ GRAVE DELLA MALATTIA
Questa è la forma più grave della malattia che si manifesta
con febbre alta, tosse ed un quadro polmonare non distinguibile da altre forme
di polmoniti batteriche o atipiche (letalità del 10 – 15% che, nei casi
nosocomiali, può arrivare fino al 30 – 50%). La ‘Febbre di Pontiac’ è una forma
lieve di legionellosi, senza interessamento polmonare, con un’evoluzione
benigna della malattia anche in assenza di trattamento antibiotico.
La legionellosi è una malattia sottoposta a sorveglianza
speciale da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, della Comunità
europea (European Legionnaires’ Disease Surveillance Network, ELDSNet) e
dell’Istituto superiore di sanità presso il quale è istituito il Registro
nazionale dei casi di legionellosi. Secondo i dati dell’European Centre for
Disease Prevention and Control (ECDC) relativi a 27 Paesi europei, nel 2020
sono stati notificati un totale di 8.372 casi di legionellosi, di cui il 72% segnalati
da quattro paesi europei con l’Italia al primo posto seguita da Spagna, Francia
e Germania.
INFEZIONI
La famiglia delle Legionellaceae comprende un solo genere
Legionella con attualmente 66 specie di cui L. pneumophilaè quella più
frequentemente isolata, essendo responsabile del 95% delle infezioni in Europa
e dell’85% nel mondo; altre specie di interesse clinico sono L. micdadei, L.
dumoffii, L. bozemanii, L. gormanii, L. anisa e L. longbeachae.
VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO
Ai fini della valutazione del rischio (art. 17, comma 1, lettera
a e art. 271 del d.lgs. 81/2008), il Datore di lavoro deve individuare potenziali sorgenti di
rilascio del microrganismo negli ambienti lavorativi e specifiche attività che
possono comportare un rischio di esposizione a Legionella spp. In particolare,
lo stesso deve valutare la presenza di potenziali pericoli per i lavoratori
rappresentati da impianti e apparecchiature (impianti di distribuzione acqua,
impianti di raffreddamento a torri evaporative/condensatori, impianti di
irrigazione, ecc.) in cui sono presenti fattori ambientali (acqua stagnante,
sporcizia, biofilm, ecc.) che favoriscono la proliferazione batterica. In tal
caso, il DL deve attuare interventi finalizzati a ridurre al più basso livello
possibile la contaminazione microbiologica ambientale e, conseguentemente,
l’entità dell’esposizione ad aerosol potenzialmente infettanti.
Fonte: INAIL